https://it.wikipedia.org/wiki/Joshi_k%C5%8Dsei_no_mudazukai
Joshi kōsei no mudazukai (女子高生の無駄づかい) - Liceali sprecate - commedia
Commedia scolastica col gruppo di ragazze assortite che fanno discorsi assurdi e combinano casini.
Carina e si lascia seguire, ma non ingrana mai la marcia superiore e/o lascia il freno a mano tirato; quindi, nonostante buone idee come il tormentone "volete che vi dica qualcosa di pazzesco" all'inizio di ogni episodio, temo che passerà alla storia sotto la categoria "senza infamia né lode" :D
Fa eccezione l'arco mangaka/producer*, i due artisti che si apprezzano a vicenda online. Lì è scattata la magia. :)
Vale la pena guardarlo solo per quello.
Mo' scopro che c'è pure una serie televisiva live (7 episodi, ma per ora ne trovo solo 4).
Provo a darci un'occhiata.
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(qualche tempo dopo...)
Ok, sono sullo stesso piano; anzi, per assurdo, tenderei ad apprezzare meglio la versione dal vivo :D
Inoltre, sono stati aggiunti tormentoni e riarrangiate alcune parti e alcune storie, quindi la sensazione di "già visto" non arriva ad annoiare.
Vale la pena attendere gli episodi mancanti ;)
----------------------
*) Teishotoku-P (低所得P), un VocaloP (Vocaloid Producer), ossia una "persona qualsiasi" che crea contenuti audiovisivi per la piattaforma software Vocaloid, quella di Hatsune Miku, per intenderci (e se non sapete di cosa si parla, quello che sentite battere alla porta è il millennio scorso che vuole riportarvi a casa).
La cosa interessante è che "esiste" realmente, così come i brani che compaiono sia nell'anime che nel drama:
https://www.youtube.com/channel/UCmAseSQWoo2BuHQ0avJJ_2Q/videos
venerdì 28 agosto 2020
mercoledì 26 agosto 2020
Code: Realize - Sōsei no himegimi (コードリアライズ 〜創世の姫君〜)
https://it.wikipedia.org/wiki/Code:_Realize_-_Guardian_of_Rebirth
Code: Realize - Sōsei no himegimi (コードリアライズ 〜創世の姫君〜) - Code: Realize - Principessa della Genesi - steampunk, fantastoria alternativa, bei ragazzi
Sigh.
Altra opera tratta da un videogioco del genere otome visual novel, e altra marcia soporifera... Ma sono tutte così? :D
Eppure gli ingredienti giusti ci sono: fantascienza steampunk, pulzella da salvare, arcimalvagio da sconfiggere... Ma se poi non li cucini come si deve, esce fuori qualcosa al di sotto della qualità potenziale. Parecchio al di sotto, secondo l'opinione di qualcuno (io) :D
Il punto di forza ovviamente è lo stile grafico in gloriosa estetica stempunk. Bastasse quello, sarebbe una gran bella opera.
Poi mi riuniscono personaggi di fantasia quali Arsène Lupin, Van Helsing, il dottor Frankenstein (che non si pronuncia Frankenstiin, nonostante quanto possano raccontarvi :D ), Impey Barbicane (questo non lo ricordavo, è il protagonista del romanzo di Jules Verne Dalla Terra alla Luna), il conte di Saint-Germain; pure Helock Sholmes (problemi di copyright? :D ) di straforo e Dracula ragazzino reinventato di sana pianta, e pure Nemo (no, non il pesce, il capitano). E tutti-tutti sono dei figaccioni da paura. Però non quagliano.
E con questa profusione estetica devono aver dato fondo ai finanziamenti, dato che il resto è piatto. Anzi, flatlined. :D
Manca (quasi) del tutto l'atmosfera cupa e fumosa, l'oscurità, il passo felpato con l'orecchio teso, il bisbiglìo, il tono basso e minaccioso. C'è solo qualche inizio qua e là, tipo la casa diroccata all'inizio, ma si dissolve preso in un niente di fatto.
Anche i momenti più romantici non riescono a trasmettere intensità.
Ok, ok, mea culpa, mi tocca ammettere che non sono adatto e queste cose non le capisco e quindi magari è un capolavoro :D
Quindi non vi scoraggiate per queste righe, se la cosa v'intrigava. ;)
P.S.: la pagina su it.wikipedia è un po' scarna, conviene passare a quella en.
Code: Realize - Sōsei no himegimi (コードリアライズ 〜創世の姫君〜) - Code: Realize - Principessa della Genesi - steampunk, fantastoria alternativa, bei ragazzi
Sigh.
Altra opera tratta da un videogioco del genere otome visual novel, e altra marcia soporifera... Ma sono tutte così? :D
Eppure gli ingredienti giusti ci sono: fantascienza steampunk, pulzella da salvare, arcimalvagio da sconfiggere... Ma se poi non li cucini come si deve, esce fuori qualcosa al di sotto della qualità potenziale. Parecchio al di sotto, secondo l'opinione di qualcuno (io) :D
Il punto di forza ovviamente è lo stile grafico in gloriosa estetica stempunk. Bastasse quello, sarebbe una gran bella opera.
Poi mi riuniscono personaggi di fantasia quali Arsène Lupin, Van Helsing, il dottor Frankenstein (che non si pronuncia Frankenstiin, nonostante quanto possano raccontarvi :D ), Impey Barbicane (questo non lo ricordavo, è il protagonista del romanzo di Jules Verne Dalla Terra alla Luna), il conte di Saint-Germain; pure Helock Sholmes (problemi di copyright? :D ) di straforo e Dracula ragazzino reinventato di sana pianta, e pure Nemo (no, non il pesce, il capitano). E tutti-tutti sono dei figaccioni da paura. Però non quagliano.
E con questa profusione estetica devono aver dato fondo ai finanziamenti, dato che il resto è piatto. Anzi, flatlined. :D
Manca (quasi) del tutto l'atmosfera cupa e fumosa, l'oscurità, il passo felpato con l'orecchio teso, il bisbiglìo, il tono basso e minaccioso. C'è solo qualche inizio qua e là, tipo la casa diroccata all'inizio, ma si dissolve preso in un niente di fatto.
Anche i momenti più romantici non riescono a trasmettere intensità.
Ok, ok, mea culpa, mi tocca ammettere che non sono adatto e queste cose non le capisco e quindi magari è un capolavoro :D
Quindi non vi scoraggiate per queste righe, se la cosa v'intrigava. ;)
P.S.: la pagina su it.wikipedia è un po' scarna, conviene passare a quella en.
domenica 23 agosto 2020
Cop Craft (コップクラフト)
https://en.wikipedia.org/wiki/Cop_Craft
Cop Craft (コップクラフト) - Poli(man)zia - reverse isekai, hard-boiled, magia
Serie carina, variante interessante del genere poliziesco hard-bolied coniugato con alieni* di un mondo messo in contatto tramite il classico portale**
Vediamo dunque gli effetti che la civiltà terrestre ha su esseri alieni (ma sostanzialmente umanoidi :D ) e come ne vengano corrotti.
Tema che non viene trattato per la prima volta, solo che negli altri casi gli alieni erano più alieni, incomprensibili e inquietanti. E non di rado comici. :D
Tecnicamente molto ben fatto, si distingue in particolare per le inquadrature e la CG dei mezzi meccanici davvero strepitosa. Hanno fatto un buon lavoro nel tenere separate le sequenze "normali" da quelle CG, pur coniugandole ottimamente nel montaggio. Difatti, nelle sequenze in cui ci sono anche personaggi umani, a guardar bene sono i soliti robottini rivestiti di gomma :D
Vale anche il problema reciproco, quando animano e disegnano "a mano" mezzi meccanici; ma si nota molto meno, giusto un po' di appiattimento complessivo.
Non è tutto tutto così: ci sono sequenze in cui hanno lesinato o subappaltato o tagliato qualche angolo, e si nota :D
Sul lato narrativo, l'ho trovato un po' altalenante. La storia non mi ha mai preso del tutto, il meglio è stato nei primi episodi. Avrei preferito una trama più... complessiva. Forse hanno dedicato troppo tempo a cose secondarie.
Ma comunque, qualunque difetto è trascurabile, resta un buon prodotto da guardare.
*) li chiamano proprio uchūjin(宇宙人), ossia persone dello spazio, quindi non dovrebbe trattarsi di un universo parallelo
**) questo risolve il problema di usare mezzi fisici in un universo relativistico, senza doversi imbarcare in qualche tipico artificio fantascientifico :D
Cop Craft (コップクラフト) - Poli(man)zia - reverse isekai, hard-boiled, magia
Serie carina, variante interessante del genere poliziesco hard-bolied coniugato con alieni* di un mondo messo in contatto tramite il classico portale**
Vediamo dunque gli effetti che la civiltà terrestre ha su esseri alieni (ma sostanzialmente umanoidi :D ) e come ne vengano corrotti.
Tema che non viene trattato per la prima volta, solo che negli altri casi gli alieni erano più alieni, incomprensibili e inquietanti. E non di rado comici. :D
Tecnicamente molto ben fatto, si distingue in particolare per le inquadrature e la CG dei mezzi meccanici davvero strepitosa. Hanno fatto un buon lavoro nel tenere separate le sequenze "normali" da quelle CG, pur coniugandole ottimamente nel montaggio. Difatti, nelle sequenze in cui ci sono anche personaggi umani, a guardar bene sono i soliti robottini rivestiti di gomma :D
Vale anche il problema reciproco, quando animano e disegnano "a mano" mezzi meccanici; ma si nota molto meno, giusto un po' di appiattimento complessivo.
Non è tutto tutto così: ci sono sequenze in cui hanno lesinato o subappaltato o tagliato qualche angolo, e si nota :D
Sul lato narrativo, l'ho trovato un po' altalenante. La storia non mi ha mai preso del tutto, il meglio è stato nei primi episodi. Avrei preferito una trama più... complessiva. Forse hanno dedicato troppo tempo a cose secondarie.
Ma comunque, qualunque difetto è trascurabile, resta un buon prodotto da guardare.
*) li chiamano proprio uchūjin(宇宙人), ossia persone dello spazio, quindi non dovrebbe trattarsi di un universo parallelo
**) questo risolve il problema di usare mezzi fisici in un universo relativistico, senza doversi imbarcare in qualche tipico artificio fantascientifico :D
Dame×Prince Anime Caravan (ダメプリ ANIME CARAVAN)
https://en.wikipedia.org/wiki/Dame%C3%97Prince
Dame×Prince Anime Caravan (ダメプリ ANIME CARAVAN) - Principe×Buonanulla - Carovana Anime - fantamedievale, reverse harem, bei ragazzi (bishonen)
Tecnicamente non è affatto male, ma la storia ha così tanto di non detto e di immotivato da rendere tutto talmente piatto...
Sarà la derivazione da un videogioco (otome visual novel), sarà che lo scopo era solo far apparire i fighi personaggi maschili, sarà quel che volete, ma ci voleva così poco per dargli spessore...
Comunque è andata così e magari tutto il target a cui era rivolto l'han trovato perfetto, quindi la mia è solo l'opinione di uno qualsiasi che si trovava a passare di qua ;)
Giusto per inciso: la × in Giappone viene usata per indicare un fallimento o una negazione; il complementare per il successo è il 〇
Tipicamente lo vediamo sui test scolastici valutati :)
Il che mi ricorda che nelle attività d'immersione acquatica, per segnalare "tutto OK" o "abbiamo un problema" in alcune convenzioni l'indicazione è di formare un cerchio verticale con le braccia nel primo caso, e di agitare un braccio (o entrambi, incrociandoli?), nel secondo. Tale e quale, insomma :)
Il problema è che agitare il braccio di solito noi terricoli lo facciamo per salutare.
Immaginate uno/a in acqua che chiede aiuto e noi lì "ci sta salutando! Ehi, ciao! Ciaaao!" ricambiamo entusiasti il saluto; ovviamente agitando il braccio :D
Dame×Prince Anime Caravan (ダメプリ ANIME CARAVAN) - Principe×Buonanulla - Carovana Anime - fantamedievale, reverse harem, bei ragazzi (bishonen)
Tecnicamente non è affatto male, ma la storia ha così tanto di non detto e di immotivato da rendere tutto talmente piatto...
Sarà la derivazione da un videogioco (otome visual novel), sarà che lo scopo era solo far apparire i fighi personaggi maschili, sarà quel che volete, ma ci voleva così poco per dargli spessore...
Comunque è andata così e magari tutto il target a cui era rivolto l'han trovato perfetto, quindi la mia è solo l'opinione di uno qualsiasi che si trovava a passare di qua ;)
Giusto per inciso: la × in Giappone viene usata per indicare un fallimento o una negazione; il complementare per il successo è il 〇
Tipicamente lo vediamo sui test scolastici valutati :)
Il che mi ricorda che nelle attività d'immersione acquatica, per segnalare "tutto OK" o "abbiamo un problema" in alcune convenzioni l'indicazione è di formare un cerchio verticale con le braccia nel primo caso, e di agitare un braccio (o entrambi, incrociandoli?), nel secondo. Tale e quale, insomma :)
Il problema è che agitare il braccio di solito noi terricoli lo facciamo per salutare.
Immaginate uno/a in acqua che chiede aiuto e noi lì "ci sta salutando! Ehi, ciao! Ciaaao!" ricambiamo entusiasti il saluto; ovviamente agitando il braccio :D
venerdì 21 agosto 2020
Chihayafuru (ちはやふる)
https://it.wikipedia.org/wiki/Chihayafuru
Chihayafuru (ちはやふる) - gioco di carte tradizionale, romantico, crescita personale
Da una parte ero un po' dubbioso, perché, insomma, quanto puoi rendere interessante un gioco come il karuta (かるた)* (o caruta, come lo scrivono sulle magliette :) il che ha anche senso, dato che è la translitterazione del portoghese carta (da gioco)), quanto interessante, dicevo, un gioco all'apparenza così semplice da non avere neanche una categoria professionistica?
Eppure ci sono riusciti, o meglio, c'è riuscita l'autrice del manga ;)
Un po' lo paragono a Hikaru no Go, anche se non arriviamo a tanto. Epperò ha un suo ritmo, una sua miscela (30% romanticismo e 70% dedicato al gioco, come debitamente c'informano durante un episodio di riepilogo :D ), dei protagonisti propri ben definiti, che a HnG non hanno niente da invidiare ;)
Ben bilanciato, nonostante l'ampio spazio dedicato agli incontri di gioco, le regole e le strategie non vengono mai descritte in dettaglio, ma sempre qualche limitatamente a qualche aspetto qua e là, per farci apprezzare meglio quanto avviene.
Durante le prime due stagioni l'attenzione è incentrata sulla protagonista, che scopre di volta in volta un aspetto fondamentale del gioco, la rapidità, la finezza dell'udito, la precisione del gesto; e poi le caratteristiche che le poesie afferiscono alle carte, e ancora l'istinto e il "senso del gioco"; eccetera... Ma non sembra mai capace di sintetizzarli assieme, e nessuno sembra trovarci niente di strano... cosa che ho trovato piuttosto snervante ^_^;;
Forse l'idea è di scoprirli tutti per poi crearsi un proprio stile di gioco... Comunque poi cresce come giocatrice, quindi si risolve ;)
Disseminati qua e là, ci sono svariati incisi, spot illuminanti in senso filosofico o letterario o morale, che impreziosiscono la lunga fila degli episodi, che altrimenti potrebbero rischiare di apparire monotoni e annoiare: sono tre stagioni di 25 episodi...
Uno degli aspetti più interessanti, anche se trattato spesso altrove, è il dualismo tra talento/istinto innato e l'impegno/duro lavoro profuso nel perseguimento di un obiettivo. È un po' dappertutto e viene pure trattato direttamente dai personaggi in un paio di occasioni.
Una possibile chiave di lettura la troviamo nell'appendice del primo romanzo che racconta il periodo delle scuole medie di Chihaya, non presente altrove: Tokiumi Yui dice di aver ricevuto "un meraviglioso suggerimento o, piuttosto, una richiesta: 'Una storia che trasmetta il significato dei poemi'." dall'autrice Suetsugu Yuki.
Poi c'è il 30% di romanticismo, con la storia tra i tre co-protagonisti e i loro caratteri così diversi, che da sola vale già di suo.
Tecnicamente niente da dire, qualità sempre ottima, con CG strepitose (come la ruota della bicicletta) anche se brevi (o forse è questo a renderle tali?).
Tanta qualità comporta un significativo impegno di risorse; se poi pensiamo al numero di episodi...
Insomma, un gran bel lavoro.
Il finale è aperto, così come leggo che il manga è ancora in corso, quindi, covid permettendo, non è impossibile un seguito.
Una nota sul titolo, che contiene un paio di giochi di parole: chihaya (ちはや) si legge come il nome della protagonista (千早), mentre il suono di furu può riferirsi sia alla translitterazione dell'inglese full che alla parola che indica il movimento del braccio quando si gioca.
Nella seconda stagione c'è un episodio riepilogativo con degli inserti e in uno di questi Kana spiega (rompendo la quarta parete) il significato del titolo, una modernizzazione di chihayaburu (ちはやぶる), che compare all'inizio di una delle cento poesie (btw: sono tanka); è un aggettivo arcaico che ha svariate interpretazioni, moltiplicate dal fatto che si tratta di una poesia e in quanto tale il significato è multiplo e non letterale. Quindi rimando alla spiegazione nell'anime :D , una velocità tanto elevata ed equilibrata da apparire immobile, una qualità divina. ;)
https://en.wikipedia.org/wiki/Ariwara_no_Narihira#Poetry
Riporto un paio di note interessanti dal wiki italiano:
«Si ritiene che la sua figura abbia ispirato Murasaki Shikibu nella creazione del personaggio di Hikaru Genji»
«I suoi waka più celebri sono quelli che tramite metafore naturalistiche (ne è un esempio tipico la fioritura del ciliegio spesso scelta per la sua brevità ed intensità) esprimono il mono no aware, il peculiare struggimento provocato dalla consapevolezza dell'impermanenza delle cose [...] che condusse alla concezione secondo cui la bellezza è indissolubilmente legata al suo essere effimera rispetto allo scorrere del tempo.»
https://it.wikipedia.org/wiki/Ariwara_no_Narihira
Oltre all'anime ci sono anche tre film live (drama) e qualche episodio di raccordo o che so io. Provo a darci un'occhiata.
Addendum: i tre film adattano in maniera leggermente diversa la storia, mettendo maggiore enfasi non sul gioco e relative skill, ma sulla crescita personale e sociale, con il classico vicolo cieco da cui uscire o bivio da inforcare, da una parte, e l'importanza del lavoro di squadra che integra le capacità personali (molto tipico della cultura giapponese) dall'altra.
I film sono molto ben fatti, anche qui si è speso parecchio, credo :D
Si lasciano guardare e tutto fila decisamente liscio.
Ottima CG e narrazione e regia e fotografia. Al solito, gli attori (giovani) lasciano intravvedere che recitano, ma ho visto di ben peggio :D
I personaggi sono più sfumati nelle loro caratterizzazioni e qui forse un po' si è perso qualcosa.
*) Karuta è il nome generico delle carte da gioco; a occhio quello specifico dovrebbe essere uta-karuta (歌ガルタ) (carte delle poesie), solo che non mi pare venga mai citato come tale, nell'anime...
https://it.wikipedia.org/wiki/Karuta#Uta_karuta
Chihayafuru (ちはやふる) - gioco di carte tradizionale, romantico, crescita personale
Da una parte ero un po' dubbioso, perché, insomma, quanto puoi rendere interessante un gioco come il karuta (かるた)* (o caruta, come lo scrivono sulle magliette :) il che ha anche senso, dato che è la translitterazione del portoghese carta (da gioco)), quanto interessante, dicevo, un gioco all'apparenza così semplice da non avere neanche una categoria professionistica?
Eppure ci sono riusciti, o meglio, c'è riuscita l'autrice del manga ;)
Un po' lo paragono a Hikaru no Go, anche se non arriviamo a tanto. Epperò ha un suo ritmo, una sua miscela (30% romanticismo e 70% dedicato al gioco, come debitamente c'informano durante un episodio di riepilogo :D ), dei protagonisti propri ben definiti, che a HnG non hanno niente da invidiare ;)
Ben bilanciato, nonostante l'ampio spazio dedicato agli incontri di gioco, le regole e le strategie non vengono mai descritte in dettaglio, ma sempre qualche limitatamente a qualche aspetto qua e là, per farci apprezzare meglio quanto avviene.
Durante le prime due stagioni l'attenzione è incentrata sulla protagonista, che scopre di volta in volta un aspetto fondamentale del gioco, la rapidità, la finezza dell'udito, la precisione del gesto; e poi le caratteristiche che le poesie afferiscono alle carte, e ancora l'istinto e il "senso del gioco"; eccetera... Ma non sembra mai capace di sintetizzarli assieme, e nessuno sembra trovarci niente di strano... cosa che ho trovato piuttosto snervante ^_^;;
Forse l'idea è di scoprirli tutti per poi crearsi un proprio stile di gioco... Comunque poi cresce come giocatrice, quindi si risolve ;)
Disseminati qua e là, ci sono svariati incisi, spot illuminanti in senso filosofico o letterario o morale, che impreziosiscono la lunga fila degli episodi, che altrimenti potrebbero rischiare di apparire monotoni e annoiare: sono tre stagioni di 25 episodi...
Uno degli aspetti più interessanti, anche se trattato spesso altrove, è il dualismo tra talento/istinto innato e l'impegno/duro lavoro profuso nel perseguimento di un obiettivo. È un po' dappertutto e viene pure trattato direttamente dai personaggi in un paio di occasioni.
Una possibile chiave di lettura la troviamo nell'appendice del primo romanzo che racconta il periodo delle scuole medie di Chihaya, non presente altrove: Tokiumi Yui dice di aver ricevuto "un meraviglioso suggerimento o, piuttosto, una richiesta: 'Una storia che trasmetta il significato dei poemi'." dall'autrice Suetsugu Yuki.
Poi c'è il 30% di romanticismo, con la storia tra i tre co-protagonisti e i loro caratteri così diversi, che da sola vale già di suo.
Tecnicamente niente da dire, qualità sempre ottima, con CG strepitose (come la ruota della bicicletta) anche se brevi (o forse è questo a renderle tali?).
Tanta qualità comporta un significativo impegno di risorse; se poi pensiamo al numero di episodi...
Insomma, un gran bel lavoro.
Il finale è aperto, così come leggo che il manga è ancora in corso, quindi, covid permettendo, non è impossibile un seguito.
Una nota sul titolo, che contiene un paio di giochi di parole: chihaya (ちはや) si legge come il nome della protagonista (千早), mentre il suono di furu può riferirsi sia alla translitterazione dell'inglese full che alla parola che indica il movimento del braccio quando si gioca.
Nella seconda stagione c'è un episodio riepilogativo con degli inserti e in uno di questi Kana spiega (rompendo la quarta parete) il significato del titolo, una modernizzazione di chihayaburu (ちはやぶる), che compare all'inizio di una delle cento poesie (btw: sono tanka); è un aggettivo arcaico che ha svariate interpretazioni, moltiplicate dal fatto che si tratta di una poesia e in quanto tale il significato è multiplo e non letterale. Quindi rimando alla spiegazione nell'anime :D , una velocità tanto elevata ed equilibrata da apparire immobile, una qualità divina. ;)
https://en.wikipedia.org/wiki/Ariwara_no_Narihira#Poetry
Riporto un paio di note interessanti dal wiki italiano:
«Si ritiene che la sua figura abbia ispirato Murasaki Shikibu nella creazione del personaggio di Hikaru Genji»
«I suoi waka più celebri sono quelli che tramite metafore naturalistiche (ne è un esempio tipico la fioritura del ciliegio spesso scelta per la sua brevità ed intensità) esprimono il mono no aware, il peculiare struggimento provocato dalla consapevolezza dell'impermanenza delle cose [...] che condusse alla concezione secondo cui la bellezza è indissolubilmente legata al suo essere effimera rispetto allo scorrere del tempo.»
https://it.wikipedia.org/wiki/Ariwara_no_Narihira
Oltre all'anime ci sono anche tre film live (drama) e qualche episodio di raccordo o che so io. Provo a darci un'occhiata.
Addendum: i tre film adattano in maniera leggermente diversa la storia, mettendo maggiore enfasi non sul gioco e relative skill, ma sulla crescita personale e sociale, con il classico vicolo cieco da cui uscire o bivio da inforcare, da una parte, e l'importanza del lavoro di squadra che integra le capacità personali (molto tipico della cultura giapponese) dall'altra.
I film sono molto ben fatti, anche qui si è speso parecchio, credo :D
Si lasciano guardare e tutto fila decisamente liscio.
Ottima CG e narrazione e regia e fotografia. Al solito, gli attori (giovani) lasciano intravvedere che recitano, ma ho visto di ben peggio :D
I personaggi sono più sfumati nelle loro caratterizzazioni e qui forse un po' si è perso qualcosa.
*) Karuta è il nome generico delle carte da gioco; a occhio quello specifico dovrebbe essere uta-karuta (歌ガルタ) (carte delle poesie), solo che non mi pare venga mai citato come tale, nell'anime...
https://it.wikipedia.org/wiki/Karuta#Uta_karuta
martedì 18 agosto 2020
Overlord (オーバーロード)
https://it.wikipedia.org/wiki/Overlord_(light_novel)
Overlord (オーバーロード) - isekai, dark fantasy
Dopo un po' :D di tempo, ho ripreso da capo questo anime.
Mi par di ricordare che all'epoca mi era sembrato luungo, ma sono "solo" tre stagioni da 13 episodi... forse l'avevo solo trovato un po' tedioso.
Beh, anche oggi non è particolarmente entusiasmante ^_^;;
L'idea di base è intrigante: cosa succede se una persona normale diventa di fatto onnipotente e potentissima?
Intrigante ma anche demoralizzante: quando non c'è da impegnarsi, neanche un po', tutto diventa estremamente noioso e futile.
Il nostro eroe è letteralmente venerato dai suoi sottoposti e non pare esserci niente a quel mondo in grado di scalfirlo. Che valore ha una strategia, quando ti basta semplicemente avanzare dritto per fare tabula rasa? No-io-so.
Questo all'inizio; poi, lungo le tre stagioni, emergono dettagli che ci rassicurano che un limite c'è e che il nostro cerca di alzarlo, mentre gli avversari cercano di raggiungerlo o aggirarlo. Ma è tutto così diluito...
Due cose che staccano ogni tanto: i divertenti monologhi interni della parte ancora umana del protagonista e il mistero del meccanismo di repressione delle sue emozioni, quando vanno su di giri.
Magari quest'ultimo non è niente di che, ma preferisco immaginare che abbia a che fare con l'inizio di tutta la faccenda.
Tecnicamente è più che buono, la CG è meccanica, il che va bene per certe cose ma molto meno per altre. In particolare, nella III stagione è usata con lo stampino :D
Il lato dark è lasciato libero per certe cose e strozzato per altre; in pratica si predilige un po' di splatter limitando la vera inquietudine. Sarà per rientrare nei limiti consentiti dal mezzo televisivo? Eppure è girata roba più pesante... Ma forse è meglio così, magari finivano per esagerare, rendendolo farsesco.
In conclusione, non mi sento di far parte dei molti fan e del loro entusiasmo :D
Comunque, non è stato tempo perso, bastava approcciarlo senza aspettative troppo elevate ;)
Ho guardato solo qualche episodio dell'"a parte" che sono le Ple-Ple-Pleiades; magari riprenderò in futuro. :D
Overlord (オーバーロード) - isekai, dark fantasy
Dopo un po' :D di tempo, ho ripreso da capo questo anime.
Mi par di ricordare che all'epoca mi era sembrato luungo, ma sono "solo" tre stagioni da 13 episodi... forse l'avevo solo trovato un po' tedioso.
Beh, anche oggi non è particolarmente entusiasmante ^_^;;
L'idea di base è intrigante: cosa succede se una persona normale diventa di fatto onnipotente e potentissima?
Intrigante ma anche demoralizzante: quando non c'è da impegnarsi, neanche un po', tutto diventa estremamente noioso e futile.
Il nostro eroe è letteralmente venerato dai suoi sottoposti e non pare esserci niente a quel mondo in grado di scalfirlo. Che valore ha una strategia, quando ti basta semplicemente avanzare dritto per fare tabula rasa? No-io-so.
Questo all'inizio; poi, lungo le tre stagioni, emergono dettagli che ci rassicurano che un limite c'è e che il nostro cerca di alzarlo, mentre gli avversari cercano di raggiungerlo o aggirarlo. Ma è tutto così diluito...
Due cose che staccano ogni tanto: i divertenti monologhi interni della parte ancora umana del protagonista e il mistero del meccanismo di repressione delle sue emozioni, quando vanno su di giri.
Magari quest'ultimo non è niente di che, ma preferisco immaginare che abbia a che fare con l'inizio di tutta la faccenda.
Tecnicamente è più che buono, la CG è meccanica, il che va bene per certe cose ma molto meno per altre. In particolare, nella III stagione è usata con lo stampino :D
Il lato dark è lasciato libero per certe cose e strozzato per altre; in pratica si predilige un po' di splatter limitando la vera inquietudine. Sarà per rientrare nei limiti consentiti dal mezzo televisivo? Eppure è girata roba più pesante... Ma forse è meglio così, magari finivano per esagerare, rendendolo farsesco.
In conclusione, non mi sento di far parte dei molti fan e del loro entusiasmo :D
Comunque, non è stato tempo perso, bastava approcciarlo senza aspettative troppo elevate ;)
Ho guardato solo qualche episodio dell'"a parte" che sono le Ple-Ple-Pleiades; magari riprenderò in futuro. :D
venerdì 14 agosto 2020
Chōyū Sekai: Being the Reality (超游世界: Being the Reality)
https://en.wikipedia.org/wiki/Ch%C5%8Dy%C5%AB_Sekai
https://www.animenewsnetwork.com/encyclopedia/anime.php?id=18998
Chōyū Sekai: Being the Reality (超游世界: Being the Reality) - Il Mondo vissuto da Superutente: Being the Reality - fantascie(me)nza, MMORPG, isekai
Coproduzione cino-nipponica, adattamento di un manhua online... il risultato rispecchia tutto quanto una frase del genere lascia intravvedere :D
Tecnicamente non è neanche male, ma narrativamente è a dir poco zoppicante.
Per sintetizzare, diciamo che mi ha annoiato pur essendo fatto di episodi (venti) di una decina di minuti l'uno. :D
(occhio spoiler da qui in poi)
L'unica cosa che salvo (beh, a parte la realizzazione tecnica, come detto), è la base, con il classico dilemma sulla differenza tra reale e fittizio (o sintetico).
Epperò noto una similerritudine con .hack. Diciamo che ci s'ispira? :D
Non viene mai fatta menzione di IA, ma non vedo cos'altro possa incarnare NPC così sofisticati.
Ma poi la cosa viene svaccata in un incrocio tra un videogioco del tipo che si vince premendo a ripetizione un solo tasto e la fantasia eroica di un undicenne :D
Se solo si riesce ad ignorare tutti gli aspetti cliché, riuscendo ad enucleare il nucleo di base, allora può valere la pena. Ma con quello ci si fa poco, a meno di impegnare molta fantasia nella proiezione di quello che avrebbe potuto essere ;)
https://www.animenewsnetwork.com/encyclopedia/anime.php?id=18998
Chōyū Sekai: Being the Reality (超游世界: Being the Reality) - Il Mondo vissuto da Superutente: Being the Reality - fantascie(me)nza, MMORPG, isekai
Coproduzione cino-nipponica, adattamento di un manhua online... il risultato rispecchia tutto quanto una frase del genere lascia intravvedere :D
Tecnicamente non è neanche male, ma narrativamente è a dir poco zoppicante.
Per sintetizzare, diciamo che mi ha annoiato pur essendo fatto di episodi (venti) di una decina di minuti l'uno. :D
(occhio spoiler da qui in poi)
L'unica cosa che salvo (beh, a parte la realizzazione tecnica, come detto), è la base, con il classico dilemma sulla differenza tra reale e fittizio (o sintetico).
Epperò noto una similerritudine con .hack. Diciamo che ci s'ispira? :D
Non viene mai fatta menzione di IA, ma non vedo cos'altro possa incarnare NPC così sofisticati.
Ma poi la cosa viene svaccata in un incrocio tra un videogioco del tipo che si vince premendo a ripetizione un solo tasto e la fantasia eroica di un undicenne :D
Se solo si riesce ad ignorare tutti gli aspetti cliché, riuscendo ad enucleare il nucleo di base, allora può valere la pena. Ma con quello ci si fa poco, a meno di impegnare molta fantasia nella proiezione di quello che avrebbe potuto essere ;)
giovedì 13 agosto 2020
Gate jieitai kano chi nite, kaku tatakaeri (ゲート 自衛隊 彼の地にて、斯く戦えり)
https://it.wikipedia.org/wiki/Gate_(light_novel)
Gate jieitai kano chi nite, kaku tatakaeri (ゲート 自衛隊 彼の地にて、斯く戦えり) - Gate: così combattono le forze di autodifesa, in quella terra - fantascienza, isekai, filomilitarista
Cominciamo col dire che l'anime a quanto vedo è parecchio più sintetico rispetto al manga, quindi quel "filomilitarista" potrebbe essere dovuto a una scelta editoriale su quali parti tenere.
Si stacca pure dal manga per lo stile, chiaramente ispirato all'antica Roma per l'Impero, ma tale evidenza viene presto persa, per dirne una.
Due stagioni per un'unica storia, è almeno la seconda volta che lo guardo ma ricordavo poco o niente ^_^;
Ma già nella seconda c'è troppa militaria e troppo poca storia, che viene lasciata sullo sfondo. Pure il tema dell'eroe controvoglia viene perso.
In parecchi punti non sono riuscito a dar corda alla sospensione dell'incredulità; per dire: vai ad uno scontro tra eserciti, contro un'entità del tutto sconosciuta, senza fare un minimo di ricognizione?!? senza altro parametro che la consistenza numerica? Hai evidenza di una disfatta epocale e insisti, senza indagare sui come e sui perché?!? va beh che sei manipolato, ma quante volte devi sbattere contro il muro della realtà, per cominciare a renderti conto che c'è qualcosa che non va?
Tra evaporazione degli aspetti interessanti e buchi narrativi, non mi sorprende il non aver mantenuto un qualche ricordo :D
Cmq, ripeto che vale per l'anime, il manga sembra essere più solido.
A parte ciò, per i patiti delle cose militari, è qualcosa di interessante.
Il vantaggio strategico di armi e tecniche di combattimento moderne contro quelle antiche dà un senso di profondità storico sul salto qualitativo.
Viceversa, sorprende l'incapacità da parte dei nativi di pensare azioni di contrasto che non siano il mero attacco frontale :(
Insomma, dai: avete la magia e la "gente verde" no; non ci si farà molto più di qualche giochetto, ma la necessità aguzza l'ingegno, cavolo.
Il massimo delle armi a lunga gittata è l'arco?!? Neanche una misera balista?
Sul fatto che non ci sia un commercio di contrabbando di armi e altra roba, ci può quasi stare, dato che il gate è unico e ciò che ci passa viene passato al pettine fino. Ma ci sono sempre eccezioni, e un episodio io ce l'avrei dedicato.
Vabbè, diamoci un taglio.
Parecchio potenziale e molta carne al fuoco, solo che per i miei gusti non hanno privilegiato quella più appetibile ;)
Leggo chiacchiere di una terza stagione, che paresembrasidice adatterà i romanzi Gate: Weigh Anchor, che stavolta riguardano le forze di autodifesa marittime (JMSDF).
Gate jieitai kano chi nite, kaku tatakaeri (ゲート 自衛隊 彼の地にて、斯く戦えり) - Gate: così combattono le forze di autodifesa, in quella terra - fantascienza, isekai, filomilitarista
Cominciamo col dire che l'anime a quanto vedo è parecchio più sintetico rispetto al manga, quindi quel "filomilitarista" potrebbe essere dovuto a una scelta editoriale su quali parti tenere.
Si stacca pure dal manga per lo stile, chiaramente ispirato all'antica Roma per l'Impero, ma tale evidenza viene presto persa, per dirne una.
Due stagioni per un'unica storia, è almeno la seconda volta che lo guardo ma ricordavo poco o niente ^_^;
Ma già nella seconda c'è troppa militaria e troppo poca storia, che viene lasciata sullo sfondo. Pure il tema dell'eroe controvoglia viene perso.
In parecchi punti non sono riuscito a dar corda alla sospensione dell'incredulità; per dire: vai ad uno scontro tra eserciti, contro un'entità del tutto sconosciuta, senza fare un minimo di ricognizione?!? senza altro parametro che la consistenza numerica? Hai evidenza di una disfatta epocale e insisti, senza indagare sui come e sui perché?!? va beh che sei manipolato, ma quante volte devi sbattere contro il muro della realtà, per cominciare a renderti conto che c'è qualcosa che non va?
Tra evaporazione degli aspetti interessanti e buchi narrativi, non mi sorprende il non aver mantenuto un qualche ricordo :D
Cmq, ripeto che vale per l'anime, il manga sembra essere più solido.
A parte ciò, per i patiti delle cose militari, è qualcosa di interessante.
Il vantaggio strategico di armi e tecniche di combattimento moderne contro quelle antiche dà un senso di profondità storico sul salto qualitativo.
Viceversa, sorprende l'incapacità da parte dei nativi di pensare azioni di contrasto che non siano il mero attacco frontale :(
Insomma, dai: avete la magia e la "gente verde" no; non ci si farà molto più di qualche giochetto, ma la necessità aguzza l'ingegno, cavolo.
Il massimo delle armi a lunga gittata è l'arco?!? Neanche una misera balista?
Sul fatto che non ci sia un commercio di contrabbando di armi e altra roba, ci può quasi stare, dato che il gate è unico e ciò che ci passa viene passato al pettine fino. Ma ci sono sempre eccezioni, e un episodio io ce l'avrei dedicato.
Vabbè, diamoci un taglio.
Parecchio potenziale e molta carne al fuoco, solo che per i miei gusti non hanno privilegiato quella più appetibile ;)
Leggo chiacchiere di una terza stagione, che paresembrasidice adatterà i romanzi Gate: Weigh Anchor, che stavolta riguardano le forze di autodifesa marittime (JMSDF).
Qui il sito dedicato (lingua jp) https://www.gate2-alphapolis.com/
domenica 9 agosto 2020
Little Forest (リトル・フォレスト)
https://en.wikipedia.org/wiki/Little_Forest
Little Forest (リトル・フォレスト) - drammatico, crescita personale, vita naturale
Mentre cercavo info su Daisuke Igarashi, l'autore del manga e quindi del film I figli della bestia del mare (Kaijū no kodomo (海獣の子供)), trovo che tra le sue opere c'è quest'altro manga, Little Forest, ambientato serendipicamente nel Tōhoku, regione a cui è dedicata la trilogia di Yamamoto Yutaka. ^_^;;
Comunque il manga è del 2005, quindi pur trattando (anche) della tematica dello spopolamento di quei luoghi, non c'entra con la tragedia del 2011.
Un'altra piccola maratona, tra due volumetti manga per complessive 350 pagine circa e tre film per un totale di 5 ore e ¾.
A voler essere pignoli, i film sarebbero cinque, ma quelli giapponesi sono stati accoppiati a due a due, forse per motivi di distribuzione o che so io; comunque sia, sono un'unica opera. L'altro è stato realizzato in Sud Corea, qualche anno più tardi.
Il film sudcoreano è meno fedele al manga, esplicitando di più la vicenda della protagonista e perdendo quindi in parte quella sottile risonanza con l'ambiente.
Emblematica direi che è la sostituzione del gatto con un cane.
Resta comunque un film molto sentito, cosa che non sorprende, conoscendo quanto i coreani siano legati alle loro montagne.
Altre modifiche anche sostanziali non inficiano comunque il messaggio sottostante, in un miscuglio tra ricerca di sé, ricette di cucina, risorse naturali, fatica nei campi e cicli stagionali e dell'anima.
Molto più fedele l'opera giapponese, un film per ognuna delle quattro stagioni, raggruppati come visto a due a due, Estate/Autunno e Inverno/Primavera.
E per ogni stagione ci sono frutti e verdure selvatici, con i relativi modi di essere preparati e cucinati e/o conservati. E ci sono i campi e gli orti, coi loro tempi e ritmi determinati da lunghe tradizioni di tentativi e scoperte, ripetuti di anno in anno in anno, per generazioni e generazioni. Un ripetersi che appare ciclico, ma che in realtà è a spirale, un continuo ritorno ma con un movimento a salire (o a scendere), come dice la madre della protagonista in una sua lettera.
Così come tutte le cose hanno i loro tempi, anche Ichiko scopre che la sua non è davvero una fuga ma un tornare per attendere il momento giusto. Bisogna fare le cose col loro ordine, senza affrettarle.
O qualcosa del genere. :)
Riguardo la fedeltà dei film giapponesi al manga, non è totale (vedi ad esempio lo sfogo di Kikko la volta che spaccano legna), ma poco ci manca, con una ricerca dei dettagli quasi esagerata, come in questa scena :D
Ci sarebbe parecchio da scrivere, ma non mi voglio tediare. :D
P.S.: credo di aver capito cosa intriga nel disegno di Igarashi: lo stile richiama (anche) quello di Hugo Pratt; ma pure Crepax, in Designs...
P.P.S.: aggiungere altri trequarti d'ora alla maratoncina, con questo documentario della serie Urusawa Naoki no Manben (浦沢直樹の漫勉):
https://www.youtube.com/watch?v=2nCvMUfZmDQ
Little Forest (リトル・フォレスト) - drammatico, crescita personale, vita naturale
Mentre cercavo info su Daisuke Igarashi, l'autore del manga e quindi del film I figli della bestia del mare (Kaijū no kodomo (海獣の子供)), trovo che tra le sue opere c'è quest'altro manga, Little Forest, ambientato serendipicamente nel Tōhoku, regione a cui è dedicata la trilogia di Yamamoto Yutaka. ^_^;;
Comunque il manga è del 2005, quindi pur trattando (anche) della tematica dello spopolamento di quei luoghi, non c'entra con la tragedia del 2011.
Un'altra piccola maratona, tra due volumetti manga per complessive 350 pagine circa e tre film per un totale di 5 ore e ¾.
A voler essere pignoli, i film sarebbero cinque, ma quelli giapponesi sono stati accoppiati a due a due, forse per motivi di distribuzione o che so io; comunque sia, sono un'unica opera. L'altro è stato realizzato in Sud Corea, qualche anno più tardi.
Il film sudcoreano è meno fedele al manga, esplicitando di più la vicenda della protagonista e perdendo quindi in parte quella sottile risonanza con l'ambiente.
Emblematica direi che è la sostituzione del gatto con un cane.
Resta comunque un film molto sentito, cosa che non sorprende, conoscendo quanto i coreani siano legati alle loro montagne.
Altre modifiche anche sostanziali non inficiano comunque il messaggio sottostante, in un miscuglio tra ricerca di sé, ricette di cucina, risorse naturali, fatica nei campi e cicli stagionali e dell'anima.
Molto più fedele l'opera giapponese, un film per ognuna delle quattro stagioni, raggruppati come visto a due a due, Estate/Autunno e Inverno/Primavera.
E per ogni stagione ci sono frutti e verdure selvatici, con i relativi modi di essere preparati e cucinati e/o conservati. E ci sono i campi e gli orti, coi loro tempi e ritmi determinati da lunghe tradizioni di tentativi e scoperte, ripetuti di anno in anno in anno, per generazioni e generazioni. Un ripetersi che appare ciclico, ma che in realtà è a spirale, un continuo ritorno ma con un movimento a salire (o a scendere), come dice la madre della protagonista in una sua lettera.
Così come tutte le cose hanno i loro tempi, anche Ichiko scopre che la sua non è davvero una fuga ma un tornare per attendere il momento giusto. Bisogna fare le cose col loro ordine, senza affrettarle.
O qualcosa del genere. :)
Riguardo la fedeltà dei film giapponesi al manga, non è totale (vedi ad esempio lo sfogo di Kikko la volta che spaccano legna), ma poco ci manca, con una ricerca dei dettagli quasi esagerata, come in questa scena :D
Ci sarebbe parecchio da scrivere, ma non mi voglio tediare. :D
P.S.: credo di aver capito cosa intriga nel disegno di Igarashi: lo stile richiama (anche) quello di Hugo Pratt; ma pure Crepax, in Designs...
P.P.S.: aggiungere altri trequarti d'ora alla maratoncina, con questo documentario della serie Urusawa Naoki no Manben (浦沢直樹の漫勉):
https://www.youtube.com/watch?v=2nCvMUfZmDQ
sabato 8 agosto 2020
La parola di oggi è: ereutofobia (o eritrofobia)
https://it.wikipedia.org/wiki/Ereutofobia
«L'ereutofobia (o eritrofobia) è la paura ossessiva di arrossire in volto. La parola deriva dal greco ἐρυθρός, éruthros "rossore".»
Eritro- (rosso) è anche radice di termini medici riguardanti il sangue.
In realtà cercavo l'equivalente dell'inglese Erythromania, ma senza successo :D
Questo si può intendere sia nel senso di cui sopra che in quello di "ossessione per" (-mania) il rosso.
Ereutomania lo troviamo in portoghese.
P.S.: ultimamente internet si sta incasinando sempre di più, i motori di ricerca in particolar modo non trovano più un cavolo di risultati decenti...
O il rapporto segnare/rumore (SNR, signal/noise ratio) sta aumentando esponenzialmente, o la guerra digitalgida(1) tra superpotenze sta avendo ripercussioni con modifiche distorcenti da parte dei gestori di motori di ricerca o che so io...
In ogni caso non è per niente una bella cosa :(
1) guerra fredda digitale; evvai, ho appena coniato un neologismo :D
In inglese sarebbe digiticy war o digicold war
«L'ereutofobia (o eritrofobia) è la paura ossessiva di arrossire in volto. La parola deriva dal greco ἐρυθρός, éruthros "rossore".»
Eritro- (rosso) è anche radice di termini medici riguardanti il sangue.
In realtà cercavo l'equivalente dell'inglese Erythromania, ma senza successo :D
Questo si può intendere sia nel senso di cui sopra che in quello di "ossessione per" (-mania) il rosso.
Ereutomania lo troviamo in portoghese.
P.S.: ultimamente internet si sta incasinando sempre di più, i motori di ricerca in particolar modo non trovano più un cavolo di risultati decenti...
O il rapporto segnare/rumore (SNR, signal/noise ratio) sta aumentando esponenzialmente, o la guerra digitalgida(1) tra superpotenze sta avendo ripercussioni con modifiche distorcenti da parte dei gestori di motori di ricerca o che so io...
In ogni caso non è per niente una bella cosa :(
1) guerra fredda digitale; evvai, ho appena coniato un neologismo :D
In inglese sarebbe digiticy war o digicold war
[`Tōhoku Sanbu-saku'「東北三部作」] Wake Up, Girls!
https://en.wikipedia.org/wiki/Wake_Up,_Girls!
Wake Up, Girls! - musica, idol
Ed eccoci al secondo capitolo della Trilogia di Tōhoku (`Tōhoku Sanbu-saku'「東北三部作」) di Yamamoto Yutaka (山本 寛), dedicata allo tsunami del 2011.
Capitolo bello corposo, composto di un film, una serie tivu, una serie spinoff minianime, un altro paio di film e un'ultima serie televisiva conclusiva. Ma andiamo con ordine.
Il primo film, Wake Up, Girls! Shichi-nin no Aidoru (Wake Up, Girls! 七人のアイドル, "Sette Idol"), ci mostra le origini del gruppo (Idol unit (アイドルユニット)) ed è sostanzialmente un prequel.
È un buon lavoro, tranquillo e ben costruito. Non trascina, ma probabilmente è perché non sono un fan del genere :D
La prima stagione televisiva viaggia molto più modestamente sotto svariati punti di vista, in particolare la qualità grafica e il cliché del gruppo di underdog che emerge grazie alle sue peculiarità. Beh, almeno (spoiler) non gli fanno vincere tutto, ma è solo perché una s'infortuna (alla faccia dell'augurio di rompersi una gamba del mondo dello spettacolo :D ) (/spoiler).
Per dire del budget ristretto, in una scena non hanno aggiornato il riflesso nello specchio sullo sfondo, quando il personaggio si muove:
Ma se vogliamo essere onesti, sono alti e bassi normali in una serie che ha tempi televisivi; le parti importanti mi pare che siano a posto ^_^;;
Qui s'intermezzerebbe lo spin-off di minianime Wake Up, Girl ZOO!, ma c'è poco da dire, se non che l'associazione con i vari animali e relativi costumi viene ripresa nella seconda stagione.
I due film che seguono, Wake Up!, Girls! Seishun no Kage (Wake Up, Girls!青春の影, "L'Ombra della Giovinezza") e Wake Up, Girls! Beyond the Bottom, sono in realtà un'unica storia, che procede dalla prima stagione e vede sviluppi su tutti i fronti.
La qualità torna ad elevarsi.
Qui riemerge il progetto, in quanto tentano la fortuna a Tokyo, per scoprire che le loro radici sono a Sendai, nel Tōhoku. Questo ricorrente ritorno alle origini porta il messaggio allargato che la spina dorsale del Paese è quella che consente di elevarsi e pertanto è imperativo averne cura.
Conclude con la seconda stagione, Wake Up, Girls! Shin Shō (Wake Up, Girls!新章, "Nuovo Capitolo") e stavolta i mezzi finanziari si sprecano :D
I disegni sono sempre ottimi, per quanto l'animazione vede diverse parti statiche. A metà hanno dovuto rimediare con qualche ripetizione e un intero episodio di recap con le doppiatrici in live o qualcosa del genere.
Quella che si distingue è la CG, perfettamente integrata, davvero piacevole.
Il messaggio d'incentivazione delle realtà locali stavolta fa i conti con la globalizzazione e la dematerializzazione, aprendo lo scontro con il mondo delle Idol virtuali (Vdol (Vドル), contrazione di Virtual Idol), incarnato in Makina X (マキナX pronunciato "machina ex", gioco di parole su Ex-Machina), personaggio ispirato a Hatsune Miku.
È stata una maratoncina, ma soddisfacente :)
Trivia.
- Nella seconda stagione, Mayu si trova a recitare in uno sceneggiato televisivo (drama), dove il suo personaggio gioca a pallacanestro e indossa questa divisa:
- Negli USA la compagnia che importa Makina X è la Heinlein Co. (ハインレイン), chiaro riferimento allo scrittore di fantascienza :)
https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_A._Heinlein
Wake Up, Girls! - musica, idol
Ed eccoci al secondo capitolo della Trilogia di Tōhoku (`Tōhoku Sanbu-saku'「東北三部作」) di Yamamoto Yutaka (山本 寛), dedicata allo tsunami del 2011.
Capitolo bello corposo, composto di un film, una serie tivu, una serie spinoff minianime, un altro paio di film e un'ultima serie televisiva conclusiva. Ma andiamo con ordine.
Il primo film, Wake Up, Girls! Shichi-nin no Aidoru (Wake Up, Girls! 七人のアイドル, "Sette Idol"), ci mostra le origini del gruppo (Idol unit (アイドルユニット)) ed è sostanzialmente un prequel.
È un buon lavoro, tranquillo e ben costruito. Non trascina, ma probabilmente è perché non sono un fan del genere :D
La prima stagione televisiva viaggia molto più modestamente sotto svariati punti di vista, in particolare la qualità grafica e il cliché del gruppo di underdog che emerge grazie alle sue peculiarità. Beh, almeno (spoiler) non gli fanno vincere tutto, ma è solo perché una s'infortuna (alla faccia dell'augurio di rompersi una gamba del mondo dello spettacolo :D ) (/spoiler).
Per dire del budget ristretto, in una scena non hanno aggiornato il riflesso nello specchio sullo sfondo, quando il personaggio si muove:
Qui s'intermezzerebbe lo spin-off di minianime Wake Up, Girl ZOO!, ma c'è poco da dire, se non che l'associazione con i vari animali e relativi costumi viene ripresa nella seconda stagione.
I due film che seguono, Wake Up!, Girls! Seishun no Kage (Wake Up, Girls!青春の影, "L'Ombra della Giovinezza") e Wake Up, Girls! Beyond the Bottom, sono in realtà un'unica storia, che procede dalla prima stagione e vede sviluppi su tutti i fronti.
La qualità torna ad elevarsi.
Qui riemerge il progetto, in quanto tentano la fortuna a Tokyo, per scoprire che le loro radici sono a Sendai, nel Tōhoku. Questo ricorrente ritorno alle origini porta il messaggio allargato che la spina dorsale del Paese è quella che consente di elevarsi e pertanto è imperativo averne cura.
Conclude con la seconda stagione, Wake Up, Girls! Shin Shō (Wake Up, Girls!新章, "Nuovo Capitolo") e stavolta i mezzi finanziari si sprecano :D
I disegni sono sempre ottimi, per quanto l'animazione vede diverse parti statiche. A metà hanno dovuto rimediare con qualche ripetizione e un intero episodio di recap con le doppiatrici in live o qualcosa del genere.
Quella che si distingue è la CG, perfettamente integrata, davvero piacevole.
Il messaggio d'incentivazione delle realtà locali stavolta fa i conti con la globalizzazione e la dematerializzazione, aprendo lo scontro con il mondo delle Idol virtuali (Vdol (Vドル), contrazione di Virtual Idol), incarnato in Makina X (マキナX pronunciato "machina ex", gioco di parole su Ex-Machina), personaggio ispirato a Hatsune Miku.
È stata una maratoncina, ma soddisfacente :)
Trivia.
- Nella seconda stagione, Mayu si trova a recitare in uno sceneggiato televisivo (drama), dove il suo personaggio gioca a pallacanestro e indossa questa divisa:
- Negli USA la compagnia che importa Makina X è la Heinlein Co. (ハインレイン), chiaro riferimento allo scrittore di fantascienza :)
https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_A._Heinlein
mercoledì 5 agosto 2020
[`Tōhoku Sanbu-saku'「東北三部作」] Hakubo (薄暮)
https://www.animenewsnetwork.com/encyclopedia/anime.php?id=19431
Hakubo (薄暮) - Crepuscolo - crescita personale, drammatico
Terzo e ultimo pezzo della Trilogia di Tōhoku (`Tōhoku Sanbu-saku'「東北三部作」) di Yamamoto Yutaka (山本 寛), dedicata allo tsunami del 2011.
Film un po' cupo, atmosfera che ben rappresenta lo stato di sospensione dei due protagonisti, traumatizzati dallo tsunami, lui uno degli sfollati dalle zone radioattive.
Sono frenati, se non fermi, hanno difficoltà a rapportarsi con gli altri e riescono a trovare un appoggio nell'arte, le la musica, lui la pittura. Però questa loro condizione è anche un legame, che possono usare per ricominciare a muoversi in avanti, legame che sboccia in amore adolescenziale.
Il film (non so se sia corretto definirlo tale, dato che dura un'oretta) termina in modo molto aperto, tanto da lasciarmi sorpreso che non ci fosse altro. Bella trovata :)
Il punto forte sono i paesaggi, molto belli e colorati. Un appunto lo levo per i titoli iniziali, che scorrono su un cielo con qualche nuvola. Nuvole ferme. No. Qui le nuvole dovevano essere animate, non c'è verso. Che poi facciano parte di un paesaggio più grande su cui poi fanno panoramica, frega niente. Le nuvole ferme lì non ci andavano. :D
Il chara dei personaggi l'ho trovato un po' troppo semplificato. Così come tutto l'insieme, poco avvincente. Ma forse l'idea era proprio quella, tenere tutto sotto tono per quanto detto all'inizio.
Nota notevole, è stato finanziato in crowdfunding e nei titoli di coda ci sono i finanziatori, un elenco lungo lungo :)
La vita continua.
Mo' procediamo la maratona con il pacco del secondo pezzo della trilogia, ossia Wake Up, Girls! :D
Hakubo (薄暮) - Crepuscolo - crescita personale, drammatico
Terzo e ultimo pezzo della Trilogia di Tōhoku (`Tōhoku Sanbu-saku'「東北三部作」) di Yamamoto Yutaka (山本 寛), dedicata allo tsunami del 2011.
Film un po' cupo, atmosfera che ben rappresenta lo stato di sospensione dei due protagonisti, traumatizzati dallo tsunami, lui uno degli sfollati dalle zone radioattive.
Sono frenati, se non fermi, hanno difficoltà a rapportarsi con gli altri e riescono a trovare un appoggio nell'arte, le la musica, lui la pittura. Però questa loro condizione è anche un legame, che possono usare per ricominciare a muoversi in avanti, legame che sboccia in amore adolescenziale.
Il film (non so se sia corretto definirlo tale, dato che dura un'oretta) termina in modo molto aperto, tanto da lasciarmi sorpreso che non ci fosse altro. Bella trovata :)
Il punto forte sono i paesaggi, molto belli e colorati. Un appunto lo levo per i titoli iniziali, che scorrono su un cielo con qualche nuvola. Nuvole ferme. No. Qui le nuvole dovevano essere animate, non c'è verso. Che poi facciano parte di un paesaggio più grande su cui poi fanno panoramica, frega niente. Le nuvole ferme lì non ci andavano. :D
Il chara dei personaggi l'ho trovato un po' troppo semplificato. Così come tutto l'insieme, poco avvincente. Ma forse l'idea era proprio quella, tenere tutto sotto tono per quanto detto all'inizio.
Nota notevole, è stato finanziato in crowdfunding e nei titoli di coda ci sono i finanziatori, un elenco lungo lungo :)
La vita continua.
Mo' procediamo la maratona con il pacco del secondo pezzo della trilogia, ossia Wake Up, Girls! :D
[`Tōhoku Sanbu-saku'「東北三部作」] blossom
https://www.animenewsnetwork.com/encyclopedia/anime.php?id=14199
blossom - sovrannaturale, clip, edutainment
Prima opera della Trilogia di Tōhoku (`Tōhoku Sanbu-saku'「東北三部作」), un progetto del regista Yamamoto Yutaka (山本 寛), dedicato alla promozione della memoria dello tsunami (ondata di maremoto) del marzo 2011 che ha travolto la regione giapponese (più noto per le centrali nucleari di Fukushima).
Invita soprattutto a non dimenticare la popolazione, i sopravvissuti e i loro traumi.
Questo speciale è quasi più una videoclip, con la voce narrante dell'angioletta protagonista che si fa una domanda la cui unica risposta è la fede.
È un inno alla speranza, un invito alla resilienza, una mano che mostra un futuro ancora possibile per quella terra devastata.
Grafica acquarellata, narrazione per immagini, buono tutto peccato per i soli 5 minuti di durata.
blossom - sovrannaturale, clip, edutainment
Prima opera della Trilogia di Tōhoku (`Tōhoku Sanbu-saku'「東北三部作」), un progetto del regista Yamamoto Yutaka (山本 寛), dedicato alla promozione della memoria dello tsunami (ondata di maremoto) del marzo 2011 che ha travolto la regione giapponese (più noto per le centrali nucleari di Fukushima).
Invita soprattutto a non dimenticare la popolazione, i sopravvissuti e i loro traumi.
Questo speciale è quasi più una videoclip, con la voce narrante dell'angioletta protagonista che si fa una domanda la cui unica risposta è la fede.
È un inno alla speranza, un invito alla resilienza, una mano che mostra un futuro ancora possibile per quella terra devastata.
Grafica acquarellata, narrazione per immagini, buono tutto peccato per i soli 5 minuti di durata.
lunedì 3 agosto 2020
Kaijū no kodomo (海獣の子供)
https://it.wikipedia.org/wiki/Kaij%C5%AB_no_kodomo
Kaijū no kodomo (海獣の子供) - I figli della bestia del mare - fantastico, scientibubbole, neonewage sciamanistico universale...
... e chi più ne ha più ne metta. :D
Seriamente, mi aspettavo sì qualcosa di spiritual-fantastico, ma qua... beh, com'è che si dice, "assoluto sprezzo del ridicolo"? ^_^;;
L'autore, Igarashi Daisuke (五十嵐 大介), ci ha messo dentro di tutto, ma proprio di più. Tutto è uno e uno è tutto e tutti e due sono nulla. Qualcosa del genere ;)
Vabbè.
Sarà il tema marino in comune, in certi punti mi ha ricordato La tartaruga rossa (La Tortue Rouge aka Red Turtle: Aru Shima no Monogatari (レッドタートル ある島の物語) (La Tartaruga Rossa: Racconto di un'isola)). Ma lì il fantastico era a livello ancestrale, qui fornirebbe solo una picccola frazione del tutto.
Ho il cervello che mi risuona come un flipper, col pensiero-pallina che rimbalza da uno all'altro dei temi toccati, talvolta inorridendo alla forzatura usata per incastrare ingenuamente pezzi difformi tra loro. Mi sa che anche la disarmonia possa essere arte. Ma qui bisogna guardare oltre, altrimenti a notare le incongruenze non ci porta da nessuna parte. È il vecchio dilemma del dito che indica la luna.
Vabbè.
Dal punto di vista tecnico ci sono delle CG da paura, in particolare mezzi di trasporto ed esseri marini. Anche per gli esseri umani si difende, ma non lascia altrettanto il segno.
Certa perfezione, però, quando mescolata con elementi più tradizionali, crea stonatura; è il caso della galleria scavata nella roccia, percorsa dalla protagonista.
Dal punto di vista artistico, ci sono dei paesaggi che meritano davvero. Più curioso lo stile dei personaggi, con tratti dai contorni dall'aria abbozzata.
La storia è poco lineare, ma ci sta con il messaggio cosmico: spazio, tempo e logica diventano delle ombre. Ma neanche troppo, dopo tutto. Tranne forse il casotto finale :D
Piaciuto? Beh, è intrigante e molto spettacolare, ma spiazzante. Diciamo di sì, ma ho l'impressione che ci voglia un lato artistico per apprezzarlo al meglio. ;)
Kaijū no kodomo (海獣の子供) - I figli della bestia del mare - fantastico, scientibubbole, neonewage sciamanistico universale...
... e chi più ne ha più ne metta. :D
Seriamente, mi aspettavo sì qualcosa di spiritual-fantastico, ma qua... beh, com'è che si dice, "assoluto sprezzo del ridicolo"? ^_^;;
L'autore, Igarashi Daisuke (五十嵐 大介), ci ha messo dentro di tutto, ma proprio di più. Tutto è uno e uno è tutto e tutti e due sono nulla. Qualcosa del genere ;)
Vabbè.
Sarà il tema marino in comune, in certi punti mi ha ricordato La tartaruga rossa (La Tortue Rouge aka Red Turtle: Aru Shima no Monogatari (レッドタートル ある島の物語) (La Tartaruga Rossa: Racconto di un'isola)). Ma lì il fantastico era a livello ancestrale, qui fornirebbe solo una picccola frazione del tutto.
Ho il cervello che mi risuona come un flipper, col pensiero-pallina che rimbalza da uno all'altro dei temi toccati, talvolta inorridendo alla forzatura usata per incastrare ingenuamente pezzi difformi tra loro. Mi sa che anche la disarmonia possa essere arte. Ma qui bisogna guardare oltre, altrimenti a notare le incongruenze non ci porta da nessuna parte. È il vecchio dilemma del dito che indica la luna.
Vabbè.
Dal punto di vista tecnico ci sono delle CG da paura, in particolare mezzi di trasporto ed esseri marini. Anche per gli esseri umani si difende, ma non lascia altrettanto il segno.
Certa perfezione, però, quando mescolata con elementi più tradizionali, crea stonatura; è il caso della galleria scavata nella roccia, percorsa dalla protagonista.
Dal punto di vista artistico, ci sono dei paesaggi che meritano davvero. Più curioso lo stile dei personaggi, con tratti dai contorni dall'aria abbozzata.
La storia è poco lineare, ma ci sta con il messaggio cosmico: spazio, tempo e logica diventano delle ombre. Ma neanche troppo, dopo tutto. Tranne forse il casotto finale :D
Piaciuto? Beh, è intrigante e molto spettacolare, ma spiazzante. Diciamo di sì, ma ho l'impressione che ci voglia un lato artistico per apprezzarlo al meglio. ;)
Busō shōjo Machiavellism (武装少女マキャヴェリズム)
https://it.wikipedia.org/wiki/Armed_Girl%27s_Machiavellism
Busō shōjo Machiavellism (武装少女マキャヴェリズム) - Machiavellismo di una ragazza armata - harem, azione
Leggere "machiavellismo" nel titolo può far pensare a chissà quale profondità di trama e alti concetti incorporati o implementati... Niente di tutto questo :D
Il tutto si riduce alla Coesistenza "forzatamente pacifica", imposta con l'uso correttivo della forza benevolente.
In realtà il termine usato è Kyōsei (共生), che google mi traduce come "Simbiosi", ma un vago ricordo me lo interpreta come "Lavorare insieme", quindi più sulla "Sinergia". Comunque.
Appena introdotto il concetto, finisce immediatamente sullo sfondo, fuori vista, per lasciare campo libero ai combattimenti tra il protagonista ribelle armato di colpo speciale a mani nude e le Cinque Spade Supreme, ossia la forza benevolente di cui sopra; benevolente ma comicamente borderline, che finiscono per invaghirsi del maschio alfa man mano che vengono da lui (più o meno) sconfitte. Harem time :D
Aggiungiamo il boss finale, l'unica persona ad essere riuscita a mantenere la libera indipendenza grazie alla propria forza ed abbiamo chiuso. Già, non c'è altro. :)
Lasciata perdere ogni speranza, non resta che godersi cotanta superficia... leggerezza con la consapevolezza di avere davanti uno spettacolo d'intrattenimento e poco più.
Con tali premesse è godibile, specie nell'ultimo arco, contro il boss finale. Altrimenti serve l'antiacido ;)
Un classico tredicesimo episodio/OVA ai bagni termali, giusto per gradire :D
Busō shōjo Machiavellism (武装少女マキャヴェリズム) - Machiavellismo di una ragazza armata - harem, azione
Leggere "machiavellismo" nel titolo può far pensare a chissà quale profondità di trama e alti concetti incorporati o implementati... Niente di tutto questo :D
Il tutto si riduce alla Coesistenza "forzatamente pacifica", imposta con l'uso correttivo della forza benevolente.
In realtà il termine usato è Kyōsei (共生), che google mi traduce come "Simbiosi", ma un vago ricordo me lo interpreta come "Lavorare insieme", quindi più sulla "Sinergia". Comunque.
Appena introdotto il concetto, finisce immediatamente sullo sfondo, fuori vista, per lasciare campo libero ai combattimenti tra il protagonista ribelle armato di colpo speciale a mani nude e le Cinque Spade Supreme, ossia la forza benevolente di cui sopra; benevolente ma comicamente borderline, che finiscono per invaghirsi del maschio alfa man mano che vengono da lui (più o meno) sconfitte. Harem time :D
Aggiungiamo il boss finale, l'unica persona ad essere riuscita a mantenere la libera indipendenza grazie alla propria forza ed abbiamo chiuso. Già, non c'è altro. :)
Lasciata perdere ogni speranza, non resta che godersi cotanta superficia... leggerezza con la consapevolezza di avere davanti uno spettacolo d'intrattenimento e poco più.
Con tali premesse è godibile, specie nell'ultimo arco, contro il boss finale. Altrimenti serve l'antiacido ;)
Un classico tredicesimo episodio/OVA ai bagni termali, giusto per gradire :D
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